Confessioni di una mente che “lavora”

Oggi, leggendo un post di @la_pauselli, ho iniziato a riflettere su cosa rappresenta Instagram (o un social random o un progetto come può essere quello di un blog) per “noi” (e qui prendetemi/includetemi con le pinze) influencer, blogger, instagrammer, personcine che “perdiamo tempo” con post, immagini, ricette più o meno serie, consigli più o meno utili, foto più o meno carine, e via discorrendo.
Ecco, oggi vorrei parlarvi un poco di cosa “investiamo” noi in queste situazioni.
Tempo.
Potrà sembrare stupido (da fare e da raccontare) ma spesso per un post, un’immagine o due parole buttate a caso io personalmente “ci perdo” dai dieci minuti ad anche trenta. Sento qualcuno in lontananza che urla “TRENTAAA?!?!”. Beh, non mi sono voluta sbilanciare e dire che in realtà sono capace anche di metterci di più perché con quel che pubblico io pare strano pure a me. Però la verità è questa: ci vuole un sacco di tempo. Perché la foto la devi fare ed intanto il pasto si raffredda, poi la devi caricare, editare, completare con una didascalia che abbia anche senso compiuto; l’immagine la devi creare, modificare, passando spesso da un’app all’altra, ci devi aggiungere il testo, devi pensare a cosa scriverci, a volte anche cercando di tenere in considerazione il fatto che ciò che scriverai potrebbe venire facilmente frainteso. A volte, mentre fai tutto questo, capita che si spenga il telefono, e perdi tutto. E sbraiti ma poi ricominci da capo perché quel che vuoi “portare”, condividere, ha più valore della rabbia e del tempo che ci hai impiegato e che impiegherai.
Emozioni.
Una foto non è mai semplicemente una foto, un testo non sono solo parole. Credo di poter parlare a nome di tutti quando dico che ci mettiamo completamente a nudo, mostrando punti di forza e debolezze, momenti di felicità e strafalcioni emotivi.  Quando leggete, guardate, state leggendo e guardando NOI.
A volte (in pratica sempre) mangio mentre scrivo, a volte in una mano ho il telefono e con l’altra digito sul pc. Spesso scrivo i post mentre sono in metro, andando o tornando dal lavoro. Altre volte ho talmente poco tempo per cucinare e scattare e scrivere contemporaneamente che faccio le foto alle prime luci dell’alba per poi ricordarmi di postarle al giusto orario. Dalla sera alla mattina e dalla mattina alla sera il mio cervello rimugina su quali contenuti potrei portare perché risultino interessanti, mai banali, sempre personali. Quando sto facendo “qualcosa” penso che mi piacerebbe condividerla con tutti. A volte mi è possibile, altre volte no e me ne dispiaccio.
Quando lavoro penso che se non rispondo ai direct qualcuno potrebbe risentirsene.
Mi è capitato di truccarmi appositamente per registrare un video per il canale youtube (perché nessuno vorrebbe vedermi acqua e sapone, credetemi), editarlo, impiegarci ORE e poi cancellarlo per sbaglio.
Ho scritto tanti di quei post che non ho mai pubblicato e tanti articoli rimasti a metà sul blog. Sono certa esista un limbo per i lavori incompiuti, una sorta di Purgatorio dei testi mai nati.
A volte “sembra” proprio un lavoro. C’è lo sforzo fisico e l’impegno mentale, c’è il desiderio di dare il meglio, di eccellere, di riuscire e di condividere. C’è il tempo dedicato a fare tutto, a pensare, a scrivere e scattare.
La retribuzione? Non avviene in soldi ma in messaggi, parole. Sono sorrisi sotto forma di emoticon. Sono ringraziamenti a forma di cuore. Sono due frasi su direct, sono un GRAZIE che spesso è carico di contenuti.
Quindi penso che alla fine, tutto questo, sia quasi un lavoro sì.
Volevo dirvi che ce ne vuole per quel che vedete, che più è “profeSCional” e più lavoro c’è dietro, più tempo si impiega e più lo si è pensato, progettato, strutturato, elaborato al dettaglio.
Però, e vi dico anche questo, ne vale la pena e, se potete, credetemi ❤︎

Un pensiero su “Confessioni di una mente che “lavora”

  1. “Perdere tempo”… tu sai quanto aborro quell’espressione. Come mi ritrovo in tutto ciò che scrivi! Io pubblico molto meno di te, ma la vivo allo stesso identico modo e non concepisco chi la giudichi una perdita di tempo. Come si fa a dirlo parlando di qualcosa che ha tutte le caratteristiche, le sembianze e le modalità di un LAVORO fatto con PASSIONE per ESPRIMERE sé stessi e DARE qualcosa agli altri? Come fare a spiegare, a chi non vuole capire, che la sensazione di aver dato uno spunto a qualcun altro per cambiare prospettiva, capirsi e conoscersi meglio, affrontare e superare una difficoltà, a volte addirittura risolvere problemi seri, è qualcosa per cui vale la pena vivere?

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